Recensione de "La biblioteca di mezzanotte" di Matt Haig
- multiversi.letterari
- 20 nov 2020
- Tempo di lettura: 3 min

Tra la vita e la morte c’è una biblioteca e all’interno di questa , scaffali e scaffali di libri che si rincorrono all’infinito. Non si tratta di una normale biblioteca in quanto, ogni libro al suo interno offre la possibilità di vivere un’altra delle vite che avresti potuto vivere, offre un nuovo percorso a coloro i quali un percorso non lo hanno voluto più. Quando Nora Seed, cerca il suicidio, fa il suo ingresso nella Biblioteca di mezzanotte dove le viene offerta l'occasione di rimediare agli errori commessi. Fino a quel momento, le sembra di aver deluso le aspettative di tutti, comprese le proprie. Nora si sente sprofondare nei suoi rimpianti, si paragona ad un buco nero e non vuole nient’altro che farla finita. Ma le cose stanno per cambiare, infatti i libri all’interno della biblioteca di mezzanotte hanno il potere di mostrarglielo, e pertanto, grazie ad essi veniamo catapultati in un susseguirsi di capitoli dove Nora inizia un percorso alla ricerca di se stessa, e noi insieme ad essa siamo invitati ad una serie di riflessioni che mostrano ciò che è realmente importante nella vita.
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La trama è un lineare susseguirsi di eventi, senza particolari plot twist. Infatti, Matt Haig non ha l’intenzione di creare una trama intrigata di eventi, bensì vuole offrire redenzione a tutti quelli che, come Nora, si trovano logorati dai propri rimpianti e dalle occasioni mancate. Ho adorato ogni singola frase di questo libro, trovando lo stile di Matt Haig unico. Con estrema cautela è riuscito a trattare i nervi più scoperti dell’intimità di ognuno di noi porgendoci la sua mano di aiuto, perché il segreto è proprio questo:
“Quando ripensò alla sua vita originaria, il problema principale, la cosa che l’aveva resa vulnerabile, in realtà era proprio la mancanza di amore. [….] Lei non aveva amato nessuno, e nessuno le aveva restituito amore. Era un guscio vuoto, la sua vita era vuota, camminava in tondo senza meta, finendo qualche tipo di normalità, come un manichino senziente, colmo di disperazione. Soltanto il minimo indispensabile per riuscire ad andare avanti”.
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Lo ritengo un libro senza età ma consigliato a tutti, a chi è caduto e si è rialzato, a chi non ha mai smesso di mollare, a chi non ha mai perso la speranza e a chi cerca ed insegue la felicità.
Un libro che ho apprezzato molto, non nascondendo la mia difficoltà nello scrivere questa recensione nel cercare di trasmettere le emozioni e la forza che traspare in ogni singola pagina. Per la cautela con la quale Haig maneggia i temi della salute mentale, e non con le banali frasi motivazionali che spesso ci si sente dire o che troviamo quando digitiamo su google “rimpianti”, “ansia”, “tristezza” e “depressione”. Infatti, ogni capitolo ci offre un insegnamento da prendere, conservare ed interpretare, per dare un senso a quello che è stato e trovare la forza per quello che sarà. La vita non ha scorciatoie e non ha soluzioni ai problemi, perché sei tu ad avere in mano le pedine da muovere e scegliere come vivere e godere di ciò che resta, siamo noi i protagonisti delle nostre vite, e siamo noi a scegliere con chi arricchirla:
“La partita non è mai finita finché non è finita. Non è finita neanche se hai un solo pedone sulla scacchiera.Devi tenere a mente che il pedone è il pezzo più magico di tutti, in apparenza può sembrare ordinario e insignificante, ma non è così. Un pedone è una regina in divenire. Tutto ciò che devi fare è trovare un modo per andare avanti. Un quadrato dopo l’altro. Così da raggiungere l’altra metà della scacchiera e liberare tutti i tuoi poteri”.
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Inutile dirlo, si sarà capito:
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️/5
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